Il Milan cerca casa Sesto in pole position

Maxi investimento da 150 milioni
su una zona da 200mila mq

Nuovo capitolo per quella che da molti è stata definita la ‘telenovela’ dello stadio Milan. Da anni la proprietà ha necessità di rinnovare la propria dimora, che sia una riqualificazione a 4 mani (assieme all’Inter) dello stadio San Siro o una struttura completamente nuova. E qui entra in gioco Sesto San Giovanni, o più precisamente le ex aree Falck della società MilanoSesto. Parola di Paolo Scaroni, presidente del club rossonero che è passato da poco alla gestione da parte del fondo Elliot.
«Le partite le vincono i giocatori sul campo, ma i campionati li vincono le società», ha recentemente dichiarato il presidente, che ha poi citato Sesto come possibile meta.
Le parole di Scaroni hanno riacceso gli entusiasmi, soprattutto del sindaco Roberto Di Stefano, che da sempre si fa promotore del progetto: «L’operazione sarebbe un passo importante per la riqualificazione dell’area», afferma il primo cittadino. Si parla infatti di un intervento da 150 milioni di euro, su una superficie di 200mila metri quadri. «I vantaggi per i cittadini sarebbero enormi – continua Di Stefano – sarebbe una struttura che vive 7 giorni su 7, con possibilità di lavoro all’interno nella gestione, nei vari ristoranti e bar. Senza contare il ritorno economico per le casse comunali, a cui la proprietà verserebbe l’Imu o la Tari». Il modello a cui si punta è quello londinese, dove alcune grandi opere infrastrutturali, come gli stadi, sono state costruite nei quartieri periferici, anche con l’intento di riqualificarli. In quest’ottica, Sesto è dotata di 3 linee della metropolitana «con altre due in arrivo», come precisa Di Stefano, e una ferrovia.
I collegamenti quindi non mancano.
La partita che si gioca intorno allo stadio è però anche di natura politica. Un investimento di tale portata è auspicato anche dal sindaco di Milano Beppe Sala, che ancora a gennaio, attraverso il suo account Twitter ufficiale, aveva espresso risentimento per l’indecisione del club rossonero: «Facciamola semplice, penso che per Milano, per i tifosi e i turisti, l’impianto debba essere ammodernato. Il Milan quando sarà in grado di dirmi se è disponibile o no a investire insieme sul nostro stadio?».
Mentre per Di Stefano l’impianto diventa pretesto per affermare la centralità di Sesto: «La scelta è perfetta in un’ottica di città metropolitana e dimostrerebbe una volta per tutte a Sala che alzare le tariffe del biglietto della metropolitana nella sola area di Sesto San Giovanni è un’assurdità».
I veri protagonisti della trattativa comunque non sono i sindaci ma le proprietà, verso le quali le amministrazioni comunali possono solo fare da facilitatori.