La voce dei disabili

‘Barattol-inc’, l’iniziativa del Laboratorio per l’inclusione sociale

Un barattolo per raccogliere fondi che finanzino progetti di vita indipendente per le persone disabili. Questa l’idea di L-inc (Laboratorio inclusione sociale disabilità), che dal 2017 al 2020 prenderà in carico 20 persone l’anno, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, nel programma Welfare in azione.
Barattol-inc è un contenitore che nel periodo delle feste natalizie è stato distribuito a diversi commercianti di Cinisello, Bresso, Cusano e Cormano, i Comuni interessati dalle azioni di L-inc. Il piccolo salvadanaio rimarrà esposto nei negozi fino a marzo. «Lo scopo – raccontano i promotori – è anche quello di sensibilizzare la cittadinanza sui bisogni e i desideri delle persone disabili, che meritano la stessa considerazione di tutti». Ma parlare di disabilità non è sempre facile. «In occasione del 3 dicembre, giornata della disabilità, abbiamo organizzato una settimana di incontri, laboratori e mostre – continuano – per raccontare le esperienze di inclusione sul territorio. Per il 30 gennaio invece abbiamo in programma una mostra sullo sterminio dei disabili ad opera dei nazifascisti, in occasione della Giornata della Memoria». Gli assistenti sociali e gli educatori che lavorano al progetto hanno deciso di costruire i progetti di vita indipendente degli utenti proprio a partire dai loro bisogni e desideri.
«I cambiamenti che le persone con disabilità immaginano – sostiene Giovanni Merlo, presidente della lega di associazioni lombarde Ledha, partner di progetto – vanno dall’uscire dalle comunità per tornare a vivere a Cinisello, al desiderio di lavorare o anche solo partecipare a laboratori, come quello di autodifesa, attivi in città». Gli operatori di L-inc, a differenza dei centri diurni, lavorano ‘a domicilio’: «non costruiamo muri – conclude Merlo – ma lavoriamo in primis sulla relazione con gli utenti, proponendo loro il progetto e capendo se può interessare. Ci poniamo come soggetto intermedio fra utente e cittadinanza e, attraverso una ‘mappa delle risorse’ e un ‘budget di progetto’ li aiutiamo nella realizzazione dei loro propositi».


 Stefano e il sogno di guidare

L’autoscuola cinisellese creerà un manuale ad hoc, con un linguaggio più semplice

Stefano Savio è un ragazzo di 26 anni, che da diverso tempo è impegnato in un tirocinio lavorativo a Hortus, un ristorante di Cusano Milanino. Il desiderio che Stefano ha comunicato agli operatori di L-inc è stato quello di prendere la patente, per non dipendere dalla sua famiglia per gli spostamenti, per di più che finisce il suo turno anche molto tardi di sera.
Per prima cosa, il ragazzo ha ottenuto il suo mazzo di chiavi di casa, così da rientrare autonomamente, senza svegliare i parenti. «Per la patente le cose sono più difficili – commenta Monica Pozzi, operatrice L-inc -. Il problema è che ci sono pochissime persone con disabilità che ottengono di poter guidare. I testi per la teoria sono particolarmente difficili, perché non esistono versioni scritte in linguaggio semplificato, una scrittura particolare che anche i disabili leggono agevolmente». Quando gli ostacoli sembravano troppi, è accaduto qualcosa di stupefacente: «l’autoscuola Ricci si è detta disponibile a seguirci in questa avventura e a creare un manuale ad hoc, tradotto in linguaggio semplice, per Stefano e per tutte le persone con disabilità o dsa». Prima di poter accedere al corso, il giovane ha dovuto sottoporsi a un’esame di idoneità da parte di una commissione. «Qualche giorno fa abbiamo saputo che Stefano ha passato l’esame – racconta Monica -. Ora ha il nulla osta per la patente, per noi è già un grande traguardo».


«Cinisello è casa, voglio tornare ad abitarci»

Si punta a trovare un lavoro e raggiungere l’autonomia

Stefano Morano, 35 anni, è cresciuto con la nonna a Cinisello Balsamo, dove ha ancora gli zii, i cugini, amici, conoscenti e persino il suo parrucchiere.
Nel 2001, però, il grande cambiamento: «sono stato trasferito in una comunità della Brianza – racconta Stefano -. Ma il mio grande sogno, bisogno, progetto, è quello di tornare a Cinisello, città degli affetti, l’unica che sento come casa». Stefano soffre di una disabilità motoria che lo rende spastico e fino a qualche anno fa, non autosufficiente. «Durante il tempo in comunità ho lavorato molto su me stesso. Ho seguito un percorso di autonomia che ora mi permette di andare in bagno da solo, lavarmi, vestirmi e fare il passaggio letto-carrozzina e viceversa. Non nego che sia stata una grande fatica».
Il percorso che il giovane ha seguito lo porta ora a maturare la scelta di tornare a Cinisello. «In comunità mi trovo bene, però ho capito che non è più la mia dimensione ideale. Vorrei tornare nella mia città, dapprima in un contesto di vita indipendente con altre persone. Sicuramente non mi appoggerei a zii e cugini, a 35 anni e con questo grado di autonomia non voglio pesare sulla mia famiglia».
Gli operatori di L-inc hanno quindi preso in carico il suo caso, in modo che pian piano si trovi una modalità per accogliere il suo bisogno e dar vita al progetto. «Probabilmente si inizierà con una sperimentazione a Cinisello di uno o due mesi».
Un grande desiderio di Stefano? «Vorrei trovare un lavoro. Sempre per non pesare economicamente e per mettere a frutto i tirocini in campo informatico e il diploma di gestione aziendale che ho preso all’istituto Falck».


Oratori, i più gettonati per il volontariato

Al bar, durante i pranzi nelle settimane estive o con i banchetti in piazza. I dieci utenti di L-inc che hanno scelto l’oratorio per fare volontariato, hanno trovato una dimensione che li accoglie e li valorizza. Teresa, invece, ha preferito il Social Market di Cinisello, dove si reca una volta la settimana. «Teresa è una donna piuttosto compromessa – spiega Monica Pozzi, di L-inc -, che ha però delle grandi abilità comunicative. Ora infatti l’educatore non la accompagna più, ci pensano direttamente gli altri volontari della struttura, con cui ha creato una rete di aiuto e amicizia».


Cinque donne scelgono l’autodifesa

Sono in cinque e tutte hanno espresso la necessità di un corso di difesa personale. Le donne, utenti di L-inc di età diverse, hanno iniziato un percorso di autodifesa con l’associazione cinisellese Domnia. La particolarità è che gli incontri non vedono la presenza di un educatore, ma le cinque si muovono in autonomia, lavorando con le insegnanti di autodifesa una volta ogni 2 settimane. «Purtroppo è una situazione ricorrente – segnala Monica Pozzi – che molte donne disabili subiscano atti di bullismo sin dall’infanzia e non vengano rispettate. Così da adulte cresce in loro la sensazione di insicurezza».