Viaggio della Memoria: «Vogliamo essere migliori»

Il 17 maggio al Baldina una serata con i racconti dei ragazzi

Un tuffo nel passato con i piedi piantati nel presente. È stata l’esperienza che hanno vissuto Lucrezia, Giulia, Andrea e Giorgia, studentesse dell’Erasmo da Rotterdam, che assieme ad altri 150 coetanei degli istituti superiori di Cinisello Balsamo, Monza e Muggiò, hanno partecipato al ‘Viaggio della Memoria’ organizzato da Ventimila Leghe.

Per quattro giorni (dal 4 al 7 maggio), i ragazzi hanno visitato i ‘luoghi della memoria’ della seconda guerra mondiale: il campo di concentramento di Mauthausen, Gusen e il Castello di Hartheim. Per alcune delle giovani, partecipare è stata una questione di interesse storico, per altre familiare: «Anche i miei bisnonni hanno dovuto subire questi orrori», racconta Andrea.

Per Giulia, l’atrocità dei fatti studiati sui libri era troppo grosso per essere immaginato: «Ho sempre pensato che quanto avvenuto sia stato fin troppo terribile per essere vero, la mia mente rimaneva paralizzata al pensiero che così tante persone fossero morte, nello stesso posto, nello stesso modo e tutte perché diverse. Avevo bisogno di vedere con i miei occhi».

Tutte sono rimaste particolarmente colpite dalle lettere dei deportati, che hanno ascoltato al Castello di Hartheim: «Di solito pensiamo a una folla di persone senza volto e senza storia, e quando ci ritroviamo davanti al fatto che questi individui lasciarono a casa gli amici, la famiglia e le persone care non ci vogliamo pensare, perché è più facile non dare un nome a quelli che sono considerati dei numeri», dice Lucrezia, che aggiunge: «questa esperienza mi ha davvero fatto capire quanto sia facile lasciare correre tante piccole cose che messe insieme fanno la differenza, bisogna essere migliori di quei mostri che sono stati capaci di compiere atti orribili ma anche di tutta la gente che è rimasta indifferente e impassibile di fronte a queste atrocità».

Secondo Giorgia, i campi e le atrocità compiute in quegli anni non sono un capitolo chiuso, ed è per questo che visitare quei luoghi diventa importante. «Siamo in un’era in cui tutto ormai è scontato e visitare i luoghi in cui così tante persone hanno perso la vita per garantire i diritti che siamo abituati ad avere lascia il segno», concludono.

di Teo Amelia