Mozione anti aborto: stop del consiglio

Dopo essere stata approvata a Verona e respinta a Milano, la mozione anti aborto
che incorona i Comuni ‘Città per la vita’, sbarca anche a Cinisello Balsamo, con
un ordine del giorno a firma del capogruppo di Noi con l’Italia, Riccardo Malavolta.

Lunedì sera, all’ingresso del palazzo consiliare di piazza Confalonieri, ad aspettare consiglieri e assessori c’erano oltre un centinaio di cittadini, che per
protesta indossavano una maglietta rossa: «Simbolo della forza delle donne e richiamo
alla forma di protesta dell’ancella, ispirata alla serie televisiva ‘The Handmaid’s Tale’ – spiega Rosaria Distefano, dell’associazione cittadina Milleunavoce -. Vogliamo
ribadire che Cinisello non è ‘città per la vita’, né ‘città per la morte’, ma sostiene la donna nella sua libertà di scelta». La protesta non ha un cappello politico
preciso, raccoglie volontari di diverse associazioni, i componenti del gruppo Up
ma soprattutto tantissimi privati cittadini. Il numeroso gruppo ha occupato le sedute
dell’aula con cartelli a difesa della 194, protestando in massa ma silenziosamente.
Il consiglio ha deciso quasi subito per una sospensione dei lavori, convocando
cinque rappresentanti dei cittadini per una riunione con i capigruppo. Mezz’ora
dopo, la mozione anti aborto è stata ritirata da Malavolta, con l’impegno di «organizzare a settembre un tavolo di discussione sull’argomento in terza commissione, quella degli affari sociali».

L’ordine del giorno presentato dal consigliere è molto simile
a quelli di Verona e Milano. Strutturato in due parti, vuole impegnare il Comune
a inserire nel bilancio finanziamenti per le realtà che sostengono politiche a favore
della vita, «come il centro di aiuto alla vita – si legge nel testo – i centri di ascolto
parrocchiali, l’associazione Amici di Cristina», di cui peraltro fa parte la moglie
del consigliere Malavolta, ricoprendo la carica di tesoriere. Nella seconda parte
dell’Odg si impegna l’amministrazione ad approfondire «con adeguate iniziative
informative» gli effetti della Legge 194, come «il ricorso all’aborto quale strumento
contraccettivo». Dalla mozione hanno preso le distanze anche la Lega e il
Movimento 5 Stelle, mentre il Pd era già passato al ‘contrattacco’ con un ordine
del giorno alternativo che metteva al centro il sostegno ai consultori pubblici
cittadini. «Il supporto a queste strutture è fondamentale se si vuole dare un vero
aiuto alla donna – ha sottolineato la consigliera Siria Trezzi -, inoltre la 194 ha ridotto il numero degli aborti, da 235mila del 1982 a 85mila del 2017». Anche la delegazione dei cinque cittadini pone il focus sui consultori: «Se ci sarà un tavolo, bisogna che si parli di come sostenerli – dice Giorgia Olivieri -. Fra l’altro, è assurdo discutere di queste tematiche in un’aula consiliare dove la presenza femminile è in minoranza».

di Noemi Tediosi